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Microsoft compra sysinternals e winternals
Notizia recente i creatori dei mitici PSTOOLS e del celeberrimo tcpview sono stati inglobati dalla Microsoft. In questo momento sul sito di winternal la home si presenta così
mentre il sito della sysinternal è down 🙁
OpenDNS dns server sicuro
Nameserver:
- 208.67.222.222
- 208.67.220.220
OpenDNS è un progetto appena nato e dovrebbe teoricamente migliorare la navigazione in materia di velocità e sicurezza.
Non è nè un firewall nè un proxy, solo un “risolutore di nomi”.
Un ottimo motivo per utilizzare OpenDns: SICUREZZA
La funzionalità più interessante risiede nel meccanismo di correzione automatica delle url. Scrivere ad esempio www.craigslist.or verrà correttamente interpretato come www.craigslist.org. Ho provato il meccanismo utilizzando texilee.grupoinfo.it o texilee.gruppoinfo.t e purtroppo non ancora funziona.
La mappa della rete OpenDNS
Altra assoluta novità l’introduzione di un “filtro” anti phishing via
che presto inizierà a blacklistare siti truffa come avviene da anni nella guerra allo spam.
Potrebbe rivelarsi più corretto parlare di dns + url content filtering? Giusto per tornare all’articolo su come bypassare proxy / firewall… provando a collegarsi al sito dimostrativo www.internetbadguys.com allestito dal team di OpenDNS (utilizzando i loro nameserver) mi appare un messaggio di errore che mi avverte della pericolosità del sito.
http://google.com/gwt/n?u=http%3A%2F%2Fwww.internetbadguys.com
Via google il problema non sussiste. Considerando il numero di doorway che mettono in piedi i simpatici truffatori online ecc…ecc… il meccanismo non può considerarsi una valida alternativa alla navigazione “proxata”.
In termini di sicurezza ( se il progetto phistank prende piede ) nulla ci impedirebbe di affidare le nostre risoluzioni ai loro server. Bisogna tener conto della reattività del servizio in termini di performance.
Utilizzo di dig per testare le velocità (ns.interbusinnes.it). Le prove sono state fatte nella stessa fascia oraria dallo stesso pc interrogando simultaneamente i 2 name server.
$ time dig @ns www.qualchesito.it HOST ns.interbusinnes ns.opendsn www.ferrero.it 0.25s 0.93s www.bmw.de 0.38s 0.45s www.bakeca.it 0.28s 0.37s www.cnn.com 0.27s 0.38s www.easybit.it 0.23s 0.76s www.gov.us 0.35s 0.42s
I risultati parlano da soli, non è ancora arrivato il momento di metter mano al resolv.conf, attendiamo con ansia il server in Inghilterra!
Volete provarla su IPCOP? editate il file /etc/resolv.conf e aggiungete le righe relative ai nameserver di opendns dopodichè lanciate da root “restartsquid”
Sistemista perde 700GB di dati
Ha dell’incredibile la storia successa ad un ingegnere della PlusNet che per errore ha “cancellato” qualche GByte di posta. Il fattaccio è frutto del processo di inserimento di un nuovo device. Il sistemista si apprestava a finalizzare la sincronizzazione fra il server in produzione e il backup tramite 2 console. Security policy non permettevano l’apertura di più console sullo stesso device, il fatto vuole che questa limitazione venga a mancare per altrui decisione e l’incauto personaggio compia l’estrema cazzata: cancellare tutto.
Drogati di videogames
www.smithandjones.nl è il sito della clinica olandese situata ad Amsterdam che tratta di dipendenze da videogames. Se passi metà della tua vita a giocare, quello è il posto giusto.
Ebbene sì sono molti i drogati da videogames nel mondo, soprattutto in Asia dove ragazzini riescono a passare anche 16 ore davanti a CS o AA [CouterStrike / AmericasArmy]
L’associazione afferma che un bel 20% dei videogamers accusa problemi di dipendenza…. 1 su 5 mi sembra un po’ esagerato, l’avrà stilata l’ISTAT la statistica.
Io personalmente gioco quasi tutti i giorni ai videogames, di solito dopo cena prima di uscire, e non me ne dispiaccio se una sera ne faccio una o due al PES 5.
Per dovere di cronaca vi rimando alla pagina di riepilogo di FEC[=[}v{]@r]{!tO
Notare il campo longest session: 17 ore. Dall’estate del 2004 la sua media quotidiana è di 5 ore. Niente male. Merita il ricovero 😛
Questa pagina raccoglie le statistiche dettagliate di ogni “giocatore”, impossibile barare. Ci siamo anche noi italiani…
Tornando alla clinica parla il proprietario: “Sono adolescenti, studenti universitari, spesso anche uomini adulti con un lavoro già avviato. E se sono per lo più uomini, forse è perché questi giochi, stabilendo una rigida gerarchia, soddisfano maggiormente l’ambizione maschile al comando”.
Ma chissà cosa potrebbero arrivare a fare i videogiocatori incalliti?
Quanti siano, tra costoro, gli afflitti da una dipendenza patologica, è ovviamente opinabile. Marc Valleur, direttore di una clinica per videogamesdipendenti a Parigi, ridimensiona le cifre e ritiene che i giocatori “con un problema” siano tra il 2 e il 4 per cento del totale, più o meno la stessa percentuale dei giocatori d’azzardo e degli scommettitori che hanno sviluppato una forma di dipendenza verso il loro passatempo. Si tratta comunque di centinaia di migliaia di “malati”, che si rovinano la vita come gli alcolizzati o i tossicodipendenti.
“Smettono di avere relazioni sociali, tagliano i rapporti con la famiglia, abbandonano ogni attività sportiva o altra occupazione, non studiano più, mangiano seduti davanti al computer, dormono poche ore per notte, continuando a giocare fino al punto di autodistruggersi”, dice Keith Bakker della clinica di Amsterdam. E qualcuno, giocando, letteralmente muore: proprio in Corea del Sud, dove si calcola che i videogamesdipendenti siano un milione, l’anno scorso sette persone hanno perso la vita per eccesso di gioco.
In agosto, un uomo di 28 anni è morto dopo cinquanta ore ininterrotte di videogioco. In dicembre, un altro sudcoreano, 38enne, è morto in un Internet cafè: aveva giocato 417 ore nei precedenti venti giorni, dormendo tre ore per notte. C’è anche chi tenta di smettere, come un francese di 25 anni che, per sfuggire al vizio, è partito per una vacanza in Sud America: arrivato all’aeroporto di Rio de Janeiro ha cominciato a pensare ai personaggi del gioco, si è seduto a un computer di un Internet cafè e ha passato l’intera settimana di vacanza dentro al terminal.
Fine dei giochi in PERL ?
Sei “gloriosi” anni di vita passati fra RegEx e CGI-BIN. Il PERL è stato uno dei primi linguaggi adatti allo sviluppo di applicazioni web lato server.
Il web stava attraversando un periodo di migrazione verso tecnologie orientate alla dinamicità e il protocollo http stava assumendo una rilevanza di livello mondiale.
Le limitazioni nel suo utilizzo erano ben note (HTTP 1.0 / una richiesta = un processo) ma non c’erano alternative nella creazione di contenuti “dinamici”. L’avvento del mod_perl (apache) centrò l’obiettivo performance, ma più linguaggi concorrenti sono attivamente presenti oggi nel panorama scripting.
Questo articolo postato su perlmonks è un’ottima lettura.